Patriota ungherese. Appartenente
all'illustre famiglia dei conti di Szék, partecipò alla guerra
d'indipendenza magiara col grado di colonnello del corpo di volontari, detti
"difensori della patria". Condannato a morte dopo il fallimento
della Rivoluzione del 1848, riparò prima in Turchia, poi in Inghilterra e
in Francia. A Parigi partecipò alle discussioni dei numerosi rifugiati
politici ungheresi sulla sorte del loro Paese e divenne uno dei capi del
movimento di liberazione nazionale. Giunto in Italia nel 1859, nel 1860
organizzò a Torino una legione magiara con cui partecipò alla
spedizione garibaldina dei Mille. Dopo l'Unità, entrò nelle file
dell'esercito italiano col grado di generale. Nel 1867, in seguito alla
riconciliazione dell'Ungheria con l'Austria e alla costituzione della Monarchia
dualica, ritornò in patria. Negli anni seguenti si dedicò alla
stesura di opere storiche legate agli eventi di cui era stato protagonista; tra
esse citiamo:
Memorie (1879-82),
Sotto Garibaldi (1883) (Cluj 1821
- Nagybánya, Romania 1892).